Obiettivo Toscana, tre giorni con Aldo Ottaviani.
Dopo una lunga pausa, siamo tornati a viaggiare. Tre giorni in Toscana per raccontare, attraverso le foto, il nuovo progetto di Podere Montale, da 10 anni cliente di SQUEE. Ecco com’è andata.
Giorno1
Si parte appena dopo pranzo. Si parte con Aldo Ottaviani, fotografo veronese scelto per la sua esperienza, visione, sensibilità e capacità interpretativa che, per noi addetti, raramente si trovano in un unico fotografo. 
Arriviamo a Seggiano nel tardo pomeriggio, dopo un viaggio in cui l’unico momento di silenzio è coinciso con un criminale cambio di corsia di un TIR danese. Anche se, a dirla tutta, dentro di me regnava un gran vociare di maledizioni e improperi.
Ci accoglie Silvio Mendini, il suo raggiante staff, tre pastori maremmani e un gatto. E una Toscana che ti lascia sempre senza fiato. L’aria da queste parti è gentile, ti accarezza sfiorandoti e ti lascia una sensazione di freschezza che trovi solo qui. Dopo il sopralluogo, Aldo imbraccia la sua Canon e ci concentriamo sul wine bar di Podere Montale. Siamo in attesa della golden hour che, quando arriva, celebra con suggestiva magia i riflessi dei vini di Podere Montale, le architetture tipiche e gli ulivi, che qui non finiscono mai. Negli occhi di Aldo riconosco tutta la sua passione ed energia: sono nel posto giusto, con la persona giusta. Lui è silenzioso e metodico, non c’è molto da dirgli, lavoriamo quasi tre ore: è il definitivo imbrunire che pone fine alla prima giornata. 
Giorno 2
Il giorno dopo l'appuntamento era alle 07:00 ma Aldo a quell’ora aveva già riempito un paio di schede SD: quando lo incontro non mi risparmia sottili stoccate relativamente alla mia sveglia. Ci muoviamo con un Defender dell’89 verso il luogo dello shooting: è un progetto nuovo, bellissimo. È un borgo, originale in tutto e per tutto, qui si faranno grandi feste e matrimoni. C’è anche il vecchio forno del pane, ancora funzionante. Mattina presto esterni, poi durante le ore centrali, gli interni. Rincorro Aldo con la borsa degli obiettivi, ma gli sto sempre a qualche metro: non ne sono certo ma credo lui preferisca così. Le cicale e nient’altro accompagnano una mattina intensa, fatta di confronti continui e programmazione di scatti in funzione del sole, Aldo mi dice “è lui che comanda”.
La pausa pranzo è comoda e con i tempi giusti. Abbiamo il tempo anche per spegnerci e risposare un po’. Il pomeriggio ci riserva una bella gita al fiume che attraversa il podere: piedi scalzi e via in acqua a cercare lo scorcio migliore. Il Defender ci riporta al Borgo, è quasi in arrivo l’ora magica. Vogliamo raccontare anche le persone e per questo alle 19:30 arrivano i ragazzi dello staff: c’è un enologo, il giardiniere, il responsabile del wine bar e quella dell’accoglienza. Li aspettiamo con calici colmi di Chardonnay “I Maremmani”: Aldo è bravo a mettere le persone a proprio agio ma io credo che anche il vino aiuti. Loro sono molto sorridenti, funziona tutto alla grande. Chiudiamo il servizio alle 21:05, il mio contapassi segna 9.8 km. Siamo stanchi ma molto contenti, Aldo soprattutto. Che poi mi sfida: “domani 05:30”. 
05.30 sia. 
Giorno 3
L’ultimo giorno è davvero il sole a comandare: lo aspettiamo dove speravamo arrivasse e verso le 05:50, eccolo a descrivere calde geometrie tra i viali del borgo. Mattinata di dettagli, finiamo riguardando gli appunti e la scaletta delle cose fare, manca solo un vigneto. E manca un giro dal macellaio di Seggiano. Io e Aldo ripartiamo per Verona a metà mattina con il cuore pieno di emozioni uniche, quattro fiorentine a testa e un po’ di sonno.
Nessun TIR danese al rientro, quindi nessun silenzio: io e Aldo ripercorriamo il nostro viaggio in Toscana, un viaggio nel viaggio. Siamo felici del lavoro fatto. E siamo felici del lavoro che facciamo.